Catch up

It was May when together with my collegue Marjolein Vonk we start thinking about our next  frozen adventure. We get inspired by the “plastic soup”. The amount of plastic that is  floating every day in the oceans is about 250 thousand tons.  Almost impossible to control, and even utopic to clean. From the last research, they found out that some fishing nets survived in the salty water more then 40 years, can you imagine that!

This is a temporary hotel, it will melt down and go entirely back to the Thorne River in late spring, so we made a net that catched up all the Main hall, the Reception, and the ice columns aswell. But our net is a bit special, it will not last for many years in the water, because is just made out of water! It will disappear when the sun will be stronger.

We really wish this will let all the visitors of the 29th Icehotel think a bit more about how we are treating our planet.

 

Made out of 22 tons of ice and 18 tons of snow, Catch up will be the Entrance, Reception and Main Hall of the Icehotel number 29.

 

 

Era il mese di maggio quando, insieme alla mio collega Marjolein Vonk, abbiamo iniziato a pensare alla nostra prossima avventura congelata. Ci siamo ispirati al “mare di plastica”. La quantità di plastica che ogni giorno “nuota”negli oceani è stimata circa 250 mila tonnellate. Quasi impossibile da controllare e addirittura  utopistico pensare di raccoglierla. Dalle ultime ricerche, hanno scoperto che alcune reti da pesca sono sopravvissute nell’acqua salata per più di 40 anni, immaginate cosa c’è la dentro!

Questo è un hotel temporaneo, si scioglierà e tornerà interamente al fiume Thorne in tarda primavera, così abbiamo realizzato una rete che ingloba tutta la hall principale, la reception e le colonne di ghiaccio. Ma la nostra rete è un po ‘speciale, non durerà per molti anni nell’acqua, perché è fatta solo di acqua! Scomparirà quando il sole sarà più forte.

Ci auguriamo davvero che questo consentirà a tutti i visitatori del 29 ° Icehotel di pensare un po ‘di più al modo in cui stiamo trattando il nostro pianeta.

Realizzato con 22 tonnellate di ghiaccio e 18 tonnellate di neve, Catch up sarà l’Ingresso, la Reception e la Main Hall dell’ Icehotel numero  29.

From the Igloo that will never melt, to the biggest igloo in the world.

After a summer spent in Italy, Switzerland, Germany and France, I am finally ready to leave for my beloved Swedish Lapland.

In June I was involved in the international “parcours des fees” event in Crevoux, a small village not far from Embrun, in the French Alps.

I created a wooden igloo, surrounded by nature, entitled “the last refuge”. This work draws the public’s attention to the absurdity of the current perception that we have of the seasons: we have the houses hot in winter and freezing in the summer, we want to ski in Dubai in August, and swim in the Maldives at Christmas.

This attitude does nothing but increase waste and consumption of very important energy.

This work will be visible until its natural deterioration, both in the summer along a splendid and easy walk, and in winter along the cross-country track of Crevoux.

My next adventure will be both similar and in contrast with the summer: I will be in fact involve again in the construction of the famous Icehotel!

This year I designed together with my Dutch colleague Marjolein Vonk the reception and the Main Hall of the first and original Hotel made entirely of ice and snow! We have decided to continue with a theme that makes meditate the public: the inconsiderate use of plastic. In fact we will wrap the ice pillars that support the snow roof, almost 6 meters high, with “nets” in snow, which will symbolize fishing nets that abandoned at sea take several years to disappear.

Also in this case I will work exclusively with natural materials, but the climate and temperature will be the great protagonists of this new adventure: yes, because when spring arrives, it will be time to close the hotel and wait for everything to return to the river , and there will be no chance of changing this process. In this case then the seasons will win manpower.

Dall’ Igloo che non si scioglierà mai, all’igloo più grande del mondo.

Dopo un estate passata tra Italia, Svizzera, Germania e Francia, sono finalmente pronto a partire per la mia amata Lapponia Svedese.

Nel mese di giugno sono stato impegnato nella manifestazione internazionale “parcours des fees”, a Crevoux, un piccolo villaggio non lontano da Embrun, nelle alpi francesi.

Ho creato un igloo in larice, immerso nella natura , intitolato “the last refuge”. Quest’opera richiama l’attenzione del pubblico sull’assurdità della percezione attuale che abbiamo delle stagioni: abbiamo le case bollenti in inverno e gelide in estate, vogliamo sciare a Dubai in agosto, e nuotare alle Maldive a Natale.

Questo nostro atteggiamento non fa altro che aumentare lo spreco e il consumo di energia importantissima.

Quest’opera sarà visibile fino al suo naturale deterioramento, sia in estate lungo una splendida e facile passeggiata, che in inverno percorrendo la pista di fondo di Crevoux.

La mia prossima avventura sarà allo stesso tempo simile ed in contrasto con quella estiva: sarò infatti impegnato nuovamente nella costruzione del famoso Icehotel!

Quest’anno ho progettato e disegnato insieme alla mia collega olandese Marjolein Vonk la reception e la Main Hall del primo ed originale Albergo realizzato interamente in ghiaccio e neve! Abbiamo deciso di proseguire con un tema che faccia ragionare e meditare il pubblico: l’uso sconsiderato della plastica. Infatti avvolgeremo i pilastri di ghiaccio che sostengono il tetto di neve, alto quasi 6 metri, con delle “reti” in neve, che andranno a simboleggiare le reti da pesca che abbandonate in mare impiegano svariati anni per sparire.

Anche in questo caso lavorerò esclusivamente con materiali naturali, ma il clima e la temperatura saranno i grandi protagonisti di questa nuova avventura: si perché quando la primavera arriverà, sarà il momento di chiudere l’hotel e si aspetterà che tutto ritorni nel fiume e non ci sarà nessuna possibilità di bloccare questo processo. In questo caso quindi le stagioni avranno la meglio sull’uomo.